Arte & Economia

Mai come in questo periodo storico, il connubio arte ed economia è così forte. Oramai l’arte (e l’artista) hanno necessità di usare leggi, formule ed ipotesi economiche per sopravvivere e diffondersi. Le “leggi” di mercato hanno legato a sè tutte le varie forme d’arte. L’arte vista come fonte di guadagno: la decisione se acquistare o meno un dipinto o una scultura, si conclude prendendo come ultima analisi la quotazione dell’artista ed il valore dell’opera e tutto viene riassunto sotto forma di numeri, di scambio tra domanda ed offerta, di prezzi. Prezzi che molto spesso i collezionisti, tengono sott’occhio per verificarne l’andamento, al fine di capire se il loro acquisto  ha reso un rendimento positivo e, rispetto ad altre forme d’investimento, di quanto. C’è una certa alea di rischio per gli artisti giovani, ma se nel tempo “aumenteranno di valore” l’investimento è andato a buon fine. Invece l’arte viene vista come un bene rifugio quando vengono acquistate opere da chi è stato consacrato “Maestro” dell’arte contemporanea. Rifugio dall’inflazione, dalle tasse, un piccolo tesoro che negli anni accresce il proprio valore e che nulla e nessuno potrà distruggerlo. Quando ormai l’arte viene vista (e comprata) solamente come “sostituto” di moneta e fonti d’investimento, si mette in secondo piano, l’arte intesa come cultura e come bellezza, perdendosi in tal senso la vera ARTE.

E l’economia, ha bisogno dell’arte? Necessariamente si. L’arte è un bene di consumo, al pari di cibo, vestiti, ecc. Viene prodotto, viene comprato, viene “consumato”. Ma a differenza degli altri beni, ha delle dinamiche completamente diverse, alle volte totalmente opposte. Nei beni “normali” (cibo, bevande, vestiti, automobili…) man mano che vengono consumate più quantità, l’utilità che se ne trae va diminuendo, anzi arrivati ad un certo punto (in un ipotetico arco temporale) non se ne compreranno più. Questa è quella che gli economisti chiamano utilità marginale che, in questo caso, decresce, all’aumentare della quantità. E l’arte? ha un andamento totalmente opposto. Più si consuma arte, più si ha voglia di consumarla. La sua utilità marginale cresce all’aumentare della quantità. Questo fenomeno avviene soprattutto nei soggetti giovani. Un museo o un’associazione culturale, dovrebbero investire moltissimo nei giovani e nei bambini, perchè se imparano ad apprezzare l’arte durante la tenera età, negli anni non ne potranno fare a meno, divenendo in tal modo i futuri e sicuri fruitori dei “contenitori” dell’arte.

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